Euterpe n°33 - "Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

Nel canto VI Armida era apparsa astuta e irresistibile seduttrice, capace di irretire e incantare i crociati, come la Circe omerica, ma una volta abbandonata da Rinaldo nel canto XVI, si abbandona al sentimento d’amore autentico e si presenta come un’eroina del mito, abbandonata, fragile, indifesa. Armida è forse il personaggio più dinamico della Gerusalemme e subisce una trasformazione da infida maga a donna disperata e delirante. Il suo cambiamento non termina però con questo episodio, ma raggiunge il suo apice alla fine del poema con una metamorfosi completa, nel canto XX. Dopo aver odiato Rinaldo ed essersi schierata a combattere contro di lui, si rende conto di amarlo ancora e tenta di uccidersi ma è salvata dall’amato. Pur di stargli accanto abbraccia la fede cristiana pronunciando parole che nella sua bocca appaiono blasfeme "Ecco l'ancilla tua”, perché ricalcano la formula usata dalla Vergine per rivolgersi all'arcangelo Gabriele che le annunciava la nascita di Gesù. CXXXV Mira ne gli occhi miei, s'al dir non vuoi fede prestar, de la mia fede il zelo. Nel soglio, ove regnàr gli avoli tuoi, riporti giuro; ed oh piacesse al Cielo ch'a la tua mente alcun de' raggi suoi del paganesmo dissolvesse il velo, com'io farei che 'n Oriente alcuna non t'agguagliasse di regal fortuna." CXXXVI Sí parla e prega, e i preghi bagna e scalda or di lagrime rare, or di sospiri; onde sí come suol nevosa falda dov'arda il sole o tepid'aura spiri, cosí l'ira che 'n lei parea sí salda solvesi e restan sol gli altri desiri. "Ecco l'ancilla tua; d'essa a tuo senno dispon," gli disse "e le fia legge il cenno."

Da amante sensuale a donna disperata finisce per rinnegare la sua natura d’incantatrice per approdare alla spiritualità cristiana, il suo percorso trova dunque fine nella totale dedizione al proprio amato. Ancora una volta Tasso riesce a stemperare le passioni terrene e conflitti interiori da esse generati e scioglie il conflitto tra le armi e l’amore nella fede in Dio. L’amore dunque può riscattarsi da opposizioni e devianze e divenire strumento salvifico solo nella sublimazione della religione, unica modalità che rimane a Tasso per poterlo celebrare in modo consono al periodo controriformistico. Bibliografia

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