RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
noti e apprezzati quali Prati, Aleardi, Maffei, Fusinato, intellettuali del livello di Vittorio Imbriani e altri. Poco tempo prima che egli raggiungesse la capitale, accade che una fiorentina, Livia Màgheri, che regge il Convitto provinciale femminile di Catania, si trovasse in Toscana in cerca di una provetta maestra d’italiano. Un’indicazione utile le giunge proprio dal salotto Dall’Ongaro, a principiare dallo stesso anfitrione e dalla di lui sorella Maria, nonché da Amalia Paladini e da Erminia Fuà Fusinato (la scrittrice a cui si deve il merito di aver fatto pubblicare postumo Le confessioni di un italiano di Nievo), i quali propongono la neodiplomata Fojanesi. Maria scrive a Rapisardi affinché offra per la maestrina le migliori referenze e questi si muove subito, con positivi risultati. Da parte sua, la fanciulla ottiene, non senza qualche difficoltà, 1’assenso dei genitori. Verga è accolto affabilmente nel salotto Dall’Ongaro. Il suo aristocratico comportamento e la sua viva intelligenza fanno colpo. Fra lui e Giselda corre un immediato filo di simpatia, da lì a poco, da tutti percepito e benevolmente seguito. Il 28 agosto, Verga è invitato a pranzo in casa Fojanesi per il compleanno della giovane. È prossima la partenza della fanciulla, per Catania, accompagnata dalla madre Teresa. Giovanni si offre di accompagnarle entrambe nel lungo viaggio, in cui si alternano treno e nave e che prevede soste a Napoli e a Messina. Verga si comporta da perfetto gentiluomo e, a Catania, presenta negli ambienti più esclusivi della città le due donne, che la madre e i suoi familiari trattano affettuosamente. Verga ama Giselda, ma paventa uno sbocco matrimoniale della vicenda. Non ama le convivenze stabili. Le sue relazioni sentimentali saranno condizionate dalla proiezione o meno verso le nozze. Quando (sarà una costante nella sua vita) in una relazione si toccherà quel tasto per lui così delicato, tenderà ad eclissarsi153. In convitto, la ragazza vedrà alternarsi in parlatorio Verga e il di lui amico Rapisardi. Questi può essere definito un bel tenebroso; alto, dinoccolato, gracile, veste di nero, è anarcoide. E mentre Verga si defila lentamente e abilmente, Rapisardi va innamorandosi di Giselda, fino a sottoporla ad un vero e proprio assedio, anche con focose letture di versi. La faccenda giunge all’orecchio della Direttrice Màgheri, la quale corre ai ripari, inibendo a lui l’accesso in parlatorio e a lei le piccole uscite. Ma il poeta non demorde: giunge a declamare sotto le finestre e riesce ugualmente a far giungere biglietti alla maestrina, nel cui animo, deluso dal progressivo silenzio di Verga, si fa strada un sentimento amoroso verso quello strano e colto giovane. Quando Rapisardi chiede in sposa L’idiosincrasia uxoria di Verga poggia su vari motivi. Temeva che il matrimonio rendesse incerta la propria condizione economica: proprietario terriero, viveva di rendita, dignitosamente, ma ben attento alla relativa gestione per non trovarsi in difficoltà; il metter su famiglia, mantenendo moglie e figli, avrebbe potuto compromettere la situazione. Temeva ancora che i doveri familiari limitassero la sua possibilità di dedicarsi alla scrittura e di gestire liberamente la vita letteraria. Gino Raya vi scorge un «istintivo sprofondarsi nei meccanismi biologici più elementari», ovvero una sindrome da mantide religiosa o ragno, essendo egli «tanto sensibile al rapporto amoroso quanto restio all’essere fagocitato dalla donna, nel contesto mantide-moglie.» (G. RAYA, Introduzione a G. VERGA, Lettere d’amore, Tindalo, Roma, 1971, p.10). 153
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