RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
dopo essere caduti / davanti ad un ostacolo». O meglio, un solo verso lapidario tratto dai Sonetti di Shakespeare: « …e morta Morte / più non m’accadrà morire», cioè se elimino la mia morte interiore non sarò un morto vivente, ma una persona veramente viva: questo è uno dei messaggi più forti di Epifanie dell’incredibile. Da quanto detto finora è facile intuire che il lavoro della scrittrice appartiene al genere del romanzo psicologico che – nella storia letteraria italiana – vede la luce a cavallo tra Ottocento e Novecento in ambito decadentistico, dopo il passaggio dal romanzo storico tipico del Romanticismo risorgimentale, al romanzo sociale specifico del Verismo meridionale. L’esponente di maggior spicco è quell’Italo Svevo (La coscienza di Zeno, 1923) che fu anche paziente di Freud: il contributo delle ricerche psicanalitiche fu fondamentale, e infatti ancora oggi – quindi anche in questo libro – l’influsso di quelle scoperte è determinante. Si indaga tutto quel mondo che appartiene alla parte sommersa dell’iceberg, il quale emerge in superficie solo per un decimo della sua altezza: gli altri nove decimi non si vedono ma esistono, eccome, e fanno parte di noi stessi. Narrare – come fa la nostra autrice – la psiche dei personaggi e imbastire trame intorno alle loro problematiche, non è per nulla facile. Infatti è raro riscontrare in una giovane all’opera prima, maturità stilistica e contenutistica tale da rendere sulla pagina scritta vicende e storie – con sfondi ambientali e paesistici spesso lirici – catturanti l’attenzione del lettore, senza il rischio di tediarlo con dissertazioni troppo tecniche. In Epifanie dell’incredibile fa capolino anche l’influsso di Pirandello, soprattutto per le tematiche dell’identità, delle maschere e della vita anarchica e irrazionale che ribolle dentro di noi come un vulcano, ma che nascondiamo perché condizionati dalla morale comune, dalle regole sociali, dalle convenzioni artificiose; viviamo così con una doppia personalità che ci impiglia in ragnatele e cristallizzazioni esistenziali che ci tengono prigionieri, e quindi non siamo liberi. Nel capitoletto dedicato a Lilly, Pirandello viene citato, dunque l’autrice ne è cosciente, e incontriamo così anche altri personaggi che vivono tali dinamiche interiori. Personaggi e trame che il lettore scoprirà da sé nei particolari, mentre in questa recensione vi suggerisco ancora spunti per riflettere, pescando qua e là nel testo denso di significati. Il libro mi ha ricordato il film Ragazze interrotte, tratto dal romanzo autobiografico di Susanna Kaysen: le somiglianze con Chloe, Rebecca, Iris, Bianca, Lilly, Irene stanno nella difficoltà ad essere ‘normali’, nei travagli interiori, nelle esperienze traumatiche del passato, nelle memorie confuse, nelle catene intime, in certi tipi di dipendenza, nei problemi della vita amorosa e sessuale, nei condizionamenti familiari e ambientali, nelle rimozioni ed inibizioni e nei complessi di personalità comunque disturbate. 131