RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
introdotti… allo scopo di fare un bell’effetto, come alcuni hanno pensato e detto…», ma «sono in rapporto diretto con la psicologia dei personaggi… e con la coerenza dell’azione». Uno dei temi fondamentali della poesia di Solange De Bressieux è certamente l’amore nelle sue diverse declinazioni. Amore grande in lei è stato, per esempio, quello del viaggio. Ha visitato tanti Paesi e ha girato in lungo e largo e per più volte l’Italia. Di questo suo continuo pellegrinaggio d’amore, Les noisettes de l’écureuil (Le nocciole dello scoiattolo) ne è fedele specchio. Venezia, per la poetessa, è sempre più in pericolo; pure, se il destino volesse malauguratamente farla scomparire negli abissi della laguna, la città non per questo scomparirebbe dal cuore e dagli occhi di chi l’ha vista anche per una volta sola, di chi sì è nutrito dei suoi riflessi, dei suoi ponti, delle sue chiese, dei suoi vetusti palazzi, dei suoi campielli solitari… Firenze non cessa di affascinarla con i suoi gioielli di marmo rosa e verde; con la sua «Piazza della Signoria / che narra la sua rossa tragedia»; con «Santa Croce, serena e forte», che «culla nelle sue braccia le morte glorie»… A Reggio Calabria è tale il fascino che sprigiona la natura – pure se in pieno autunno – che persino una pietanza di riso acquista la magia degli azzurri fondali marini: « Attraverso l’arco
spezzato / il mare drappeggiato di schiuma / mi offre il suo grigio sorriso / e la Sicilia vicina / canta come Sirena / l’inno al viaggio intrapreso. / Nel piatto di riso le conchiglie / portano profumi selvaggi / di fondali marini ancora puri; / la fame lentamente si placa / mentre nei miei occhi si tacciono / le voci segrete dell’azzurro»…. La De Bressieux riconosce giustamente che «Non occorre andare in Grecia / per gustare la grandezza ellenica», perché la terra italica racchiude forse le vestigia più colossali e prestigiose della civiltà che ha lievitato di sé il mondo. Ma è l’amore verso l’altro che certamente domina nei suoi versi, l’amore fra l’uomo e la donna, ed è quello che l’ha fatto lungamente e maggiormente soffrire. Per la poetessa, nessuno è in grado di amare veramente prima d’aver sofferto; senza la sofferenza – ella scrive – non può esserci amore vero, non può esserci amore pieno. «Ma d’amore, a tal prezzo» - conclude l’autrice senza ombra di scetticismo, solo facendo un’amara constatazione -, dappertutto, nel mondo, «se n’è persa la voglia…». Quando un amore finisce per colpa di uno degli amanti, il cuore rimasto fedele sente quasi il bisogno di rivangare il tempo che fu, di piangere, di sfogarsi. Piangere, infatti, è, spesso, salutare; il pianto è una valvola di sicurezza: se ci sentiamo oppressi dal dolore, ecco il pianto che ci scarica e ci salva. Il pianto è amico del poeta, perché il poeta è l’essere più soggetto al vero dolore: quello dello spirito. Il Petrarca – l’amante che da secoli ci commuove con la sua storia – lo aveva a conforto, se è vero che diceva di essere uno di quelli cui il pianger giova. E Solange de Bressieux (ritratta in foto, a sinistra, assieme a Defelice, autore del presente saggio) ha pianto e sofferto per un amante egoista e spergiuro; ella ha pianto tanto, anzi, da sentirsi stremata, inaridita, sull’orlo della disperazione: non posso più sognare né piangere – dice –, perché il sogno 98