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SERGIO CAMELLINI – “Beatrice, amore tra mito, realtà e leggenda”

Beatrice, amore tra mito, realtà e leggenda di SERGIO CAMELLINI106

Quando si sente parlare di Beatrice che, nell’immaginario di tutte le genti è sinonimo di grazia, dolcezza e amore, si pensa immediatamente a Dante Alighieri. Soprattutto, considerata Musa ispiratrice del Sommo Poeta, ha lasciato una traccia indelebile di sé, con un’aura di pregnante mistero: è esistita, oppure no? I documenti che si hanno destano alcune perplessità, anche se il suo nome viene citato nel testamento di Folco Portinari, padre di Bice, ricco banchiere di Romagna, trasferitosi a Firenze, il quale fondò l’Ospedale di Santa Maria Nuova e fu Priore nella Città dei Medici, quindi, fu personaggio importante. Beatrice, quindi, con altre cinque sorelle faceva parte della famiglia Portinari.

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Leggendo il lascito culturale di Dante, c’è da chiedersi come mai Beatrice non corrispose mai all’amore assoluto e incondizionato del Sommo Poeta. E come mai Dante, da parte sua, cercò, fin da quando Beatrice era in vita di nasconderne il nome, inventando sentimenti, veri o presunti per altre donne. Forse perché, quando Dante iniziò a comporre, era già sposata con un altro uomo. Boccaccio dava ampio credito a questa ipotesi.

Si sa che Beatrice sposò giovanissima Simone de’ Bardi. Bice compare, ad esempio, in un atto notarile, scoperto solo nel 2008, con cui il marito Simone concede alcuni terreni con il beneplacito della moglie. Se, come afferma Dante, Beatrice era sua coetanea, la giovane donna era già sposata all’età di quindici anni, quindi prima che si verificasse il secondo incontro col Poeta, avvenuto a diciotto anni, incontro che apre la Vita Nova.

106 SERGIO CAMELLINI (Sassuolo, MO, 1940), Psicologo perfezionato in biopsicosessuologia, è poeta e scrittore. Come studioso di arte povera della civiltà contadina e dei mestieri, ha fondato una Casa Museo sull'Appennino emiliano. Ha pubblicato un’opera sul linguaggio del corpo, un’opera omnia e dodici libri di poesie. Ha ottenuto diversi riconoscimenti con premi nazionali e internazionali; è stato inserito tra le Eccellenze degli Artisti e Autori del Nuovo Rinascimento di Milano. È stato incaricato per essere uno dei rappresentanti italiani della poesia contemporanea a Belgrado e Hyderabad (India), dove gli è stato conferito l'Award 2017. Ha ottenuto otto Premi alla Carriera.

Ecco perché ebbe tanta paura di essere scoperto… se non si tratta di una “bufala storica”. Perché Beatrice è così insensibile alle sue manifestazioni d’amore? Perché gli toglie persino il saluto? Forse teme di avere delle noie. Probabilmente Beatrice nella realtà, non seppe mai che Dante la amava profondamente o se lo venne a sapere fece di tutto per non compromettersi.

Sappiamo dallo stesso Poeta che tra i due non vi furono mai relazioni, se non fugaci saluti. Come sarebbe andata se Beatrice avesse corrisposto questo amore? Se Dante avesse sposato lei e non Gemma, figlia dei suoi avversari politici? Non lo sappiamo!

L’unica cosa che sappiamo per certo è che nessun poeta ha mai scritto versi tanto belli come quando il suo amore non è corrisposto, o quando come la donna amata è morta. Bice era davvero il grande amore di Dante! Nella Vita Novail Poeta rivela di aver visto Beatrice per la prima volta quando suo padre la portò a casa dei Portinari, per una festa. Erano solo due bambini: lui aveva nove anni e lei otto. Dante però ne fu colpito e non la dimenticò mai, anche se si sposò con un’altra donna, Gemma Donati, dalla quale ebbe tre figli e una figlia.

Dante avrebbe incontrato Beatrice in modo inaspettato nove anni più tardi. La ragazza, vestita di bianco e accompagnata da due donne anziane, camminava sul Lungarno. Il suo saluto lo riempì di tale gioia che si ritirò nella sua stanza a pensare. Così facendo, si addormentò e fece un sogno che sarebbe diventato il soggetto del primo sonetto de La Vita Nova.

In seguito ci furono due brevi incontri tra i due: uno nella chiesa di Santa Margherita dei Cerchi e uno a un banchetto di nozze. L’influenza di Beatrice su Dante, fu enorme, infatti appare come personaggio nelle sue due più grandi opere: La Vita Nova e la Divina Commedia.

Dopo la prematura morte di Beatrice, Dante si ritirò in uno studio intenso e iniziò a comporre poesie dedicate alla sua memoria. Beatrice è apparsa a Dante come la donna Angelo irraggiungibile, che lo guida attraverso il Paradiso, ma è rimasta anche una vera donna che gli ha fatto battere il cuore per le strade di Firenze. «Tanto gentile e tanto onesta pare». Beatrice, donna idealizzata, conformemente alle tradizioni medioevali, rappresenta il simbolo dell’amore trasfigurato, quello che conduce alla saggezza spirituale, chiave di volta della Divina Commediae della nuova lingua italiana.