Euterpe n°34 - "Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

L’erranza come ricerca inesausta di se stessi: dal trascendente all’immanente, dal sacro al profano. Esempi in Petrarca e Ariosto di GRAZIELLA ENNA90 Petrarca, intellettuale preumanista, vive alla continua ricerca della pace interiore, la sua è una tensione continua generata dall’aspirazione a una vita pura e ascetica, nutrita dalla consapevolezza della fallacia dei beni terreni che, pur aborriti, divengono un desiderio perpetuo. La sua vita è caratterizzata da continui spostamenti ma la sua erranza è spirituale più che materiale: i suoi viaggi in Italia e in Europa si connotano positivamente e gli offrono la possibilità di approfondire gli studi sui classici nelle biblioteche dei monasteri, oltre a fargli assumere la fisionomia di un intellettuale cosmopolita. Il suo spirito invece è tormentato, il viaggio cui aspira, quello da cui potrebbe trarre più appagamento è un itinerario della mente verso Dio, un’ascesi che gli garantirebbe una perfetta vita spirituale. Tanti ostacoli però si frappongono tra lui e Dio cioè l’aspirazione alla gloria poetica, i beni materiali, l’amore terreno e inappagato che egli inutilmente sublima e spiritualizza per sottrarlo alla contingenza terrena. Conciliare il divino con l’umano diventa irrealizzabile e genera un dissidio insanabile. Una delle tante prove della sua erranza spirituale è manifesta nell’epistola divenuta celebre91 al monaco agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro, conosciuto ad Avignone, che tempo prima gli aveva donato una copia delle Confessiones di Sant’Agostino, testo che informa tutta la vita del poeta. Racconta al frate di aver scalato il monte Ventoso (in Provenza), insieme con il fratello Gherardo. Il fatto era avvenuto molto tempo prima, ma il poeta finge di aver scritto a caldo: più che una circostanza reale diventa un episodio rappresentativo ed allegorico per indicare il suo tentativo di elevarsi alla perfezione, alla ricerca di Dio, salvo poi scendere a valle ovvero rivolgersi ai beni terreni. Il percorso avviene dunque in un luogo ben preciso ma da viaggio fisico diviene spirituale e conduce verso la cima del monte e anche nel suo mondo interiore. Ecco i pensieri di Francesco mentre compie la scalata: «Ciò che hai tante volte provato oggi salendo su questo monte, si

ripeterà, per te e per tanti altri che vogliono accostarsi alla beatitudine; se gli uomini non se ne rendono conto tanto facilmente, ciò è dovuto al fatto che i moti del corpo sono visibili, mentre quelli dell’animo sono invisibili ed occulti. La vita che noi chiamiamo beata è posta in alto e stretta, come dicono, è la strada che vi conduce. Inoltre vi si frappongono molti colli, e di virtù in virtù dobbiamo procedere per nobili gradi; sulla cima è la fine di tutto, è quel termine verso il quale si dirige il nostro pellegrinaggio».

Il fratello Gherardo trova subito la via per la vetta con passo sicuro e volontà ferrea (pronuncerà i voti, infatti), Francesco invece prende una strada più lunga e in apparenza più facile che lo allontana dall’ambita vetta che raggiunge con estrema difficoltà. La montagna quindi rappresenta l’altezza cui tende la mente, la vita contemplativa, in antitesi al basso, alla valle, che esercita un’attrazione negativa, quella dei valori terreni. Insomma è rappresentato un paesaggio reale, esterno e uno interiore che si riassume nella frase agostiniana92: «E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti flutti del mare, le GRAZIELLA ENNA (Oristano, 1969) si è laureata in lettere classiche presso l’Università degli studi di Cagliari; è insegnante di lettere all’IIS “S.A. De Castro” di Oristano. Vari suoi contributi saggistici sono stati pubblicati su precedenti numeri della rivista «Euterpe» mentre altri sono stati pubblicati su «L’Ottavo». Membro di giuria per le sezioni di critica letteraria all’interno del X Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” di Jesi (AN). 91 FRANCESCO PETRARCA, Familiares IV, 1 . 92 SANT’AGOSTINO, Confessiones, X, 8.15. 90

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