Euterpe n°34 - "Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

Il gioco del mondo come evasione. Il filosofo Kostas Axelos e l’affascinato amaro gioco del mondo come evasione di APOSTOLOS APOSTOLOU99 Kostas Axelos è uno scrittore e filosofo francese di origine greca nato ad Atene nel 1924 e morto a Parigi nel 2010. Secondo l’Enciclopedia italiana Treccani, Kostas Axelos è stato un attivista della resistenza greca durante l’occupazione nazifascista. Venne poi espulso dal partito comunista e condannato a morte perché trockista; nel 1945, riparato a Parigi, studiò Filosofia. Ricercatore presso il CNRS (1950-57) e poi presso l’École pratique des hautes études (1957-59), insegnò alla Sorbona dal 1962 al 1973, e tradusse in francese opere di Heidegger e Lukács. I primi lavori importanti di Kostas Axelos parlano di filosofia che si chiama il gioco del mondo. Il gioco nella storia della filosofia inizia con Eraclito quando dice: “Il tempo è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera: di un bimbo è il regno” (Diels-Kranz 22 B 52). Questo è davvero un frammento difficile, come provano le numerose e diverse interpretazioni. Secondo Giorgio Colli, questo frammento di Eraclito significa che “la vita è un fanciullo che gioca, che sposta i pezzi sulla scacchiera: reggimento di un fanciullo” (in Giorgio Colli, La sapienza greca, vol. III). Platone scriveva che «l’uomo è fatto per essere un giocattolo, strumento di Dio, e ciò è veramente la migliore cosa in lui. Egli deve, dunque, seguendo quella natura e giocando i giochi più belli, vivere la sua vita, proprio all’inverso di come fa ora»100. Per Platone dunque l’uomo è soltanto un giocattolo nelle mani degli dei, non un giocatore che possa sedersi al loro tavolo. Secondo Aristotele tutta la società – come relazioni sociali – è un grande gioco, nel quale ogni pezzo si muove secondo regole predeterminate101. E poi incontriamo il gioco nella filosofia di Kant, che vede nel gioco una funzione biologica di sviluppo materiale e spirituale nell’uomo e anche questo succede in molte specie animali102. Il gioco nella storia di filosofia continua con il pensiero di Friedrich Schiller, che sostiene che il gioco è un’attività ineliminabile nella natura umana che non persegue alcun fine esterno a sé stessa, né esso è ispirato da un preciso scopo razionale, ma è un atto dove sensibilità e razionalità convivono nell’azione ludica rendendo l’uomo libero. Così il gioco diventa un’armonia di forma e materia, un’armonia della bellezza e l’essenza umana. E cosi secondo Schiller «l’uomo è completamente uomo solo quando gioca nella vita»103. Hegel sostiene che il gioco diventa lo spirito e con la sua volontà, e con il suo perduto nel mondo acquista il mondo104. Friedrich Nietzsche trova il gioco nel caos dionisiaco: «bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante»105. Molti dicono che il fanciullo che gioca è dunque il simbolo dell’avvento dell’oltreuomo. Secondo D. Fratelli Krell, Heidegger trova il gioco in una poesia di Nietzsche con titolo a Johann Wolfgang Goethe (Welt-spiel das herrische, / Mischt Sein und Schein / Das EwigNarrische / Mischt uns-hineim!…). Anche J. Granier riferisce in questo poema di Nietzsche e APOSTOLOS APOSTOLOU, docente di filosofia e scrittore. Ha insegnato Antropologia filosofica all’Università di Scienze Sociali e Politiche, “Panteion”. Ha insegnato teoria della letteratura e arte in Art–Act, visiting professor all’Università di Padova. Direttore responsabile della rivista letteraria e filosofica e di cultura umanistica «L’Ombrello». Scrittore e giornalista è collaboratore di varie riviste in Grecia, Italia e Francia. 100 PLATONE, Leggi, in Opere complete, vol. VII, Laterza, Bari,1983, p. 228. 101 ARISTOTELE, Politica, in Opere, vol. IX, Laterza, Bari, p. 6. 102 IMMANUEL KANT, Critica del giudizio, Laterza, Bari, 1997, pp, 26;33;65. 103 J.C.F.SCHILLER, Il gioco, un’attività che ha per fine se stessa, Mondadori, Milano. 104 EUGEN FINK, Oasi della gioia. Idee per un’ontologia del gioco, Salerno, Edizioni, 1987, p. 22. 105 NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, Adelphi, Milano 2000, p.25. 99

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