3 minute read

ANNA VINCITORIO – “Errare alla ricerca dell’isola”

Errare alla ricerca dell’isola di ANNA VINCITORIO 80

Isola: approdo agognato dopo una lunga erranza. Il poeta è spesso solo e vagheggia un luogo lontano e sperduto in cui sostare. Gli saranno compagni i sogni e i ricordi. Ho vagheggiato la tua isola (S. Lucia), Derek Walcott. Da – Addio Foulard –: «Ho guardato l’isola delimitandone la bellezza/ scrivendo della spuma attorno agli strapiombi; poile strade così piccole… così serpeggianti/ addossate alle sue montagne; ho guardato finché l’aereo/ ha virato verso l’estremo sud e si è inclinato sopra: il canale aperto con il mare color cenere tra gli isolotti dei pescatori, soprattutto questo io amo racchiuso in una nuvola;…/ Io non ho pensato a niente, niente, ho pregato perché nulla/ Vorrei che cambiasse .»

Advertisement

Nel mio peregrinare sono approdata in molte isole e in me è rimasto un poco di ciascuna.

Intorno, il grembo di un mare increspato di sussurri antichi.

Non so sostare e m’incammino per un deserto sassoso. Rumore di vento e di mare; sono sola ma il sole sfiora il mio viso. Le lagune sono deserte: domina la natura. In lontananza un alto e scuro monte. Giganteschi gabbiani intrecciano voli. Il loro richiamo si spande nell’azzurro: rimanda a riti lontani, lamenti di donne assopite nel mito che piangono l’abbandono. Improvvise, delle vele variopinte sfiorano una sabbia che forma piccole dune. Appare un’insenatura deserta, colorata da un incredibile mare, forse ignota all’Egeo perché priva di vento. Mi tuffo in acque cangianti. Il solo rumore, le mie bracciate sull’acqua.

Giovani ulivi s’inclinano nelle quiete ombre del meriggio. Le palme ondeggiano in composite armonie. Si parlano da un lato all’altro del giardino. “Dove vanno i raggi del sole calante?” mi chiedo.

Ad un tratto il buio, il nulla; solo la voce della notte. Nel dormiveglia, case colorate di azzurro e donne che vestono il kavais.

Profumo intenso di origano. Al risveglio riprendo il mio peregrinare. Nel silenzio come dei passi dietro di me. Non c’è nessuno; sono i passi della mia ombra o è semplicemente una eco del vento?

Mi assale una voglia di tenerezza; il cellulare è acceso; nessuno mi chiama. Il mare si muove. Accetto la sua sfida. È blu inchiostro e ondeggia paurosamente. Sono tranquilla e accolgo l’invito del mare. Meltemi (il vento) si è levato prima del tempo. Ti ho sempre cercato, vento, fin dai miei anni verdi. Ti ho cantato; avresti potuto salvarmi o perdermi. Non tradirmi, sii tu il mio compagno al richiamo del mare. Unica certezza il mio ritorno. Ma dove?

Sono adesso su una sabbia impalpabile che Meltemi solleva senza smuovere le acque che si rincorrono in febbrili luccicanze. Intorno sempre il nulla che sembra abbracciare questa gigantesca isola d’acqua.

Scende nuovamente la sera; io non vorrei perché ha inizio il mio esilio. È come se fossi nel Deserto dei Tartari.

Sono sola, è vero ma ghermita inesorabilmente dal fascino dell’assoluto che mi avvicina ai passati eroi. Ancora un messaggio del vento: “Ti aspettavamo; sappiamo che ami la nostra terra. Ti diamo il benvenuto con l’abbraccio azzurro di questo Egeo che non vuole farti del male, anzi, ti culla nel suo vento secolare. Non temere; il tuo invisibile compagno ti è accanto

80 ANNA VINCITORIO (Napoli, n.d.) vive a Firenze dove si è trasferita da giovanissima. Docente di diritto, economia, Scienza delle Finanze, si occupa di letteratura, poesia e critica letteraria dal 1974. Nel 1986 ha iniziato a tradurre dal francese e dall’inglese. Ha pubblicato circa una ventina di pubblicazioni in poesia e prosa. Tra le più recenti: Il pianto dei bambinidi E. Barrett Browning; Poesie giovanili di Eliot. Ha tradotto anche gli autori D. Gascoyne, Wendell Berry, Alfred Tennyson, William Wordsworth. Ha collaborato negli anni con varie riviste tra cui «Hellas», «Eleusis», «Revisione», «Firme Nostre», «Fuori Binario». È stata per vari anni inviata del «Corriere» di Roma e attualmente collabora con «Erba d’Arno», «Pomezia Notizie», «Vernice» e altre riviste. 49