2 minute read

MICHELE VESCHI – Recensione de Diario di una schiappadi Jeff Kinney

Diario di una schiappadi Jeff Kinney Recensione di MICHELE VESCHI

È il primo, il capostipite di una serie che ha acchiappato (vedi assonanza con schiappa) milioni di lettori in tutto il mondo. Racconti a vignette, specifica la copertina.

Advertisement

Greg Heffley è un ragazzino piccoletto che ha l’onere di approdare alle scuole medie e decide di scrivere un giornale di bordo, anche se sua madre gli ha comprato un diario perché un giorno che sarà ricco e famoso avrà di meglio da fare che rispondere a domande inutili poste dai giornalisti. Basterà passargli il diario, ops!, il giornale di bordo in cui è appuntato tutto (a proposito corredato da una delle tante esaustive vignette che contribuiscono a comporre il racconto) per spiegare la vita di quando non era abbiente e celebre.

Greg lascia subito nero su bianco un concetto chiaro: alle elementari era più semplice. Bastava correre più veloce degli altri per attirare l’attenzione delle ragazze. E alle elementari il più veloce era Ronnie McCoy. E alle medie? Greg ipotizza che in quel nuovo mondo le ragazze ti guardano per come ti vesti, o per quanto sei ricco, per il tuo sedere o… per non sa che cosa.

Il più popolare nella sua classe è Bryce Anderson. E quello che infastidisce Greg è che lui è stato sempre amico delle ragazze, mentre Bryce è solo da un paio d’anni. Ed è conscio che esiste anche una vera e propria classifica. Lui, al momento, si trova al cinquantaduesimo posto, ma è sicuro che ne guadagnerà uno, perché Charlie Davis dovrà mettere l’apparecchio. E Greg non ha fretta. È consapevole di non essere un adone, ma sfrutta ogni esperienza, cerca di ampliare le sue conoscenze passo passo, senza che l’errore influisca sulla propria convinzione di pre-adolescente. Anzi, semmai, la rafforza.

Sono diversi gli episodi: su tutti l’esperienza di Halloween in cui per fuggire da dei balordi che vogliono conciare per le feste lui e Rowley Jefferson, il suo migliore amico, si nasconde a casa della nonna. Improvvisa, vuole evadere dalla sua età, ne è perfettamente cosciente e al tempo stesso custode. Compreso il gavettone che, scampati i balordi, rovescia loro suo padre che, a detta di Greg, non ha ancora ben chiaro lo scopo di Halloween. È il lato bello, al sole, lo spazio positivo che il ragazzo riesce a crearsi in ogni dove e come. Per il semplice motivo che a lui è chiarissimo il perché. Riesce a vedere l’altro, ad aprirsi verso anche chi non conosce, estende il suo vedere oltre il troppo facile guardare. Come quando, dopo diverse delusioni dovute ai regali natalizi verso le quali per l’ennesima volta sopperisce con il senso dell’umorismo, cerca di spiegare a sua madre che, oltre ad avere scambiato il suo regalo con quello del tipo dell’Albero dei Doni (Greg definisce tale una specie di Babbo Natale segreto dove si porta un regalo per i poveri) e non averlo ascoltato insistendo per prendere e dunque regalare un maglione rosso a chi non può permettersi nulla, occorre una