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FRANCESCA LUZZIO – Recensione de Lampedusa a mille migliadi Matteo Mohorovicich

femminile intrisa di cambiamento, di intuito e di trasformazione. Il successo di queste donne è quindi nella realizzazione di se stesse tra le pieghe del quotidiano,nella resa, nell’affidarsi, nel superare difficoltà, nel vincere giudizi, rimorsi e rimpianti. A partire da questi esempi noi tutte possiamo permetterci di guardarci allo specchio, confessarci la nostra storia (piccola o grande che sia) e divenire donne nuove.

Lampedusa a mille migliadi Matteo Mohorovicich Recensione di FRANCESCA LUZZIO163

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Il titolo, Lampedusa a mille miglia, è un sintagma che racchiude in sé le dimensioni spaziali in cui si svolgono gli eventi. Infatti le vicende narrate si svolgono a Lampedusa e, a mille miglia da questa, a Bolzano, dove una famiglia di pescatori si trasferisce per sopperire alla povertà in cui sono costretti a vivere.

Ninì, un bimbo di nove anni, scrive tutto sul suo quaderno, così in forma diaristica ci pone di fronte a due tipologie di emigrazione: quella interna, dal meridione d’Italia al nord e quella esterna, proveniente dal continente africano. Tale drammatica realtà, viene quindi narrata dallo scrittore attraverso il punto di vista di un bambino che annotando le sue esperienze di vita quotidiana, s’incontra con il problema dell’immigrazione, soprattutto dal momento in cui il fratello porta a casa il piccolo Goodluck che la madre, sino alla sua morte, curerà con affetto, come se fosse suo vero figlio. A Bolzano, Ninì vive una profonda amicizia con Franz con il quale condivide la passione per le passeggiate in bicicletta, nel corso di una delle quali gli pare di rivedere Goodluck, ma sarà vero? Di fatto la sua nuova vita non cancella il passato e Ninì con frequentissimi flashback, porta il lettore a Lampedusa con le sue spiagge e il suo mare e ai fatti e agli eventi lì vissuti e registrati oltre che sul suo diario anche e soprattutto nel suo cuore e nella sua mente. Così la struttura della fabula viene riavvolta in un intreccio in cui il presente è spesso condizionato dal passato, fino al punto da convincersi di avere rivisto a Bolzano, il piccolo immigrato.

L’emigrazione non è un fatto nuovo per l’umanità, vichiano ricorso storico, sicuramente possiamo anche dividerla in esterna ed interna e per fermarci al secolo scorso e a quella

163 FRANCESCA LUZZIO (Montemaggiore Belsito, PA, 1950), vive a Palermo. Scrittrice, poetessa e critico letterario, ha insegnato Italiano e Latino nei licei. Ha pubblicato le sillogi di poesie Cielo grigio (1994), Ripercussioni esistenziali(2005), Poesie come dialoghi(2008), L’agenda dell’amore(2017) e Cerchi ascensionali(2018), la raccolta di racconti e poesie Liceali. L’insegnante va a scuola(2013), il profilo saggistico La funzione del poeta nella letteratura del Novecento ed oltre(2012). È inserita nel Dizionario bio-bibliografico degli autori siciliani tra Ottocento e Novecento e in numerose antologie. Come critico letterario collabora con le riviste Le Muse, Il Convivio,Vernice, Il Salotto degli autori, La nuova tribuna letteraria edEuterpe. Ha partecipato alla stesura degli studi “Poesia italiana del Novecento” e “Narrativa italiana del Novecento”, pubblicati dalla rivista didattica Allegoriadiretta da Romano Luperini.