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ANTONIO VANNI – Recensione de Il linguaggio perdutodegli oggetti di M. Stella Rossi

Recensioni

Rubrica a cura di Laura Vargiu

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Illinguaggioperdutodeglioggettidi Maria Stella Rossi Recensione di ANTONIO VANNI161

Un giorno il calamaio decise di adagiarsi nel bosco a riposare.

Rivoli d’occhi umani lasciarono l’involucro; scorrevano a misurare degli alberi il percorso. La cura nel muovere i pianeti delle pagine scritte da Maria Stella Rossi da Il linguaggio perduto degli oggetti (Homo Scrivens, Napoli 2019) è ode alle misure delle congiunzioni che soffrono per il cancello del mondo che divide in due un presagio nel suo cerchio, un lembo di oscurità nella cavità dell’aria.

Si fa noto il tempo trascorso, contiene la tua mente tra compunti sapienti, un volto che nasce dalla pietra a rompere ampolle di rugiada. I rivoli in principio perduti nel bosco, ora accarezzano lungo le vie i fanciulli giulivi, a volte celesti su un ramo, altre pietre remote lanciate tra le nuvole.

I racconti di Maria Stella Rossi sono creature del primo Novecento che continui a chiamare con il nome che la mente ha il suo destino, dove la pellicola cinematografica graffia con pudore il bianco e il nero dei sorrisi, e dalla finestra l’ombra tagliata dalla luce copre le mani rosse di gelo tra tanti angeli venuti a salutare: “Aveva visto librarsi in volo un nibbio. Lontano e pacifico roteava ed emetteva il suo canto stridulo. Era uno spettacolo che Luisa osservava minuziosamenteognivoltachelecapitavaeovunque sitrovasse. Quelvololontanoe distaccatodatutto il restolatrascinavadicolpoinaltoinquell’arialiberaa roteare anche lei, a planare e a rimanere con le ali immobili e spiegate, sospesa […] Allora, Arte e Letteratura erano invenzioni necessarie? Ma invenzioni necessarie erano anche molti di quegli utensilipresentieutilizzatiinquellasalaepoifuoridaquellasalaquandoavrebbedovuto intraprendere la via dellalunga convalescenza […] Inquesto oggetto sospeso nel nulla ancheleipulsainungranellodivita”.

161 ANTONIO VANNI (Isernia, 1965) si occupa di ragazzi diversamente abili mentalmente nel locale Ospedale Civile. Ha pubblicato diverse raccolte di Poesia. Ricordiamo: L'albero senza rami e la luna(1992), L'Ariel (1997), Le Artemie (2004), Plasmodio (2017), Iridio (2019), Dimenticato (2021). Ha diretto per il mensile letterario bilingue Italiano-Esperanto «Il foglio volante-La flugfolio», la rubrica di poesia dei giovanissimi “L’Aquilone”. Fa opera di divulgazione delle opere di preadolescenti cantanti, musicisti e poeti, italiani ed esteri.