Euterpe n°33 - "Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

nostro, insegnatami da lui ne’ suoi libri morali, ov’egli attribuisce l’eccesso dell’ira e dell’amore agli eroi, quasi loro proprio e convenevole affetto; e questa opinione è in guisa platonica, ch’insieme è peripatetica131.

E in questo modo Tasso giustificava quell’intreccio tra armi e amori già del Furioso (fin dal primo verso «Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese io canto») e dell’Orlando innamorato: sul piano della narrazione gli amori, oltre ad essere un arricchimento per tutto l’impianto, erano necessari allo sviluppo della ‘favola’; 132 per lo stile permettevano, invece, una alternanza di livelli teorizzata nei Discorsi dell’arte poetica e del poema eroico133. Gli amori, come accade in tutta la Gerusalemme liberata, creano una dicotomia rispetto alle «armi pietose»: sono da ostacolo per la conquista di Gerusalemme, ma anche pericolosi in sé perché potenziali veicoli di morte. D’altronde, il poeta, così come scrive ancora nelle Lettere poetiche, orienta le passioni sparse nel poema verso una conclusione tragica: Nota una cosa messer Flaminio, la quale a bell’arte fu fatta da me: che non v’è quasi amore nel mio poema di felice fine (e certo è così), e che questo basta loro [ai revisori, tranne Silvio Antoniano e lo Speroni] perché essi tolerino queste parti. Solo l’amor d’Erminia par che, in un certo modo, abbia felice fine. Io vorrei anco a questo dar un fine buono, e farla, non sol far cristiana, ma religiosa monaca 134.

Gli amori, impiegati come mezzo di distrazione, turbamento e dilatamento dei tempi della conquista di Gerusalemme, vengono sempre più, negli ultimi canti, allontanati dalla città proprio a marcare l’impossibilità dell’amore compiuto. L’amore è presentato come forza puramente antagonistica che ostacola il compimento della Crociata: Tasso spezza la solidarietà tra armi e amori che era tipica del codice cavalleresco, e fa dell’amore non l’alleato ma l’avversario più insidioso dell’eroismo cristiano. Tranne la coppia Gildippe e Odoardo, uccisi insieme da Solimano (XX, 94-100)135, questi amori infelici condannano i personaggi a un isolamento malinconico: incompresi e costretti a dissimulare i propri sentimenti, essi vivono ripiegati sulla loro interiorità, si nutrono di ricordi e tendono a esprimersi nelle forme del monologo lirico. Inoltre le passioni nella Liberata vengono espresse attraverso un uso ambiguo del linguaggio guerresco e militare, TORQUATO TASSO, Lettere poetiche, ed. cit., pp. 434-436. Il Flaminio citato è il letterato lucchese Flaminio de’ Nobili, vissuto alla corte estense dal 1554 al 1557 ed autore dei tre libri De hominis felicitate, stampati nel 1563 e posseduti dal Tasso [cfr. ANNA MARIA CARINI, I postillati ‘Barberiniani’ del Tasso, in «Studi tassiani», XII (1962), pp. 97-110]. 132 Non c’è dubbio che gli episodi amorosi abbiano nella Liberata un’importanza eccessivamente vistosa rispetto alla realtà storica della Crociata. Sono il segno più evidente di quei «fregi» e di quei «diletti» («[…] / e tu perdona / s’intesso fregi al ver, s’adorno in parte / d’altri diletti, che de’ tuoi, le carte», I, 2, vv. 6-8) che il poeta ha aggiunto al poema per adeguarsi al gusto del pubblico che già aveva apprezzato la commistione di amore e armi in Boiardo e in Ariosto. 133 Cfr. TORQUATO TASSO, Discorsi dell’arte poetica e del poema eroico, ed. cit., pp. 50-51. 134 TORQUATO TASSO, Lettere poetiche, ed. cit., pp. 424-425. 135 L’unità della «concorde coppia» non si smentisce lungo tutto il poema e viene sigillata dalla comune morte in battaglia: «L’un mira l’altro: e l’un, pur come sòle, / si stringe all’altro, mentre ancor ciò lece: /e si cela in un punto ad ambi il die: / e congiunte sen van l’anime pie» (XX, 100, vv. 5-8). 131

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