RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
Era la notte, e ’l suo stellato velo chiaro spiegava e senza nube alcuna, e già spargea rai luminosi e gelo di vive perle la sorgente luna. L’innamorata donna iva co ’l cielo le sue fiamme sfogando ad una ad una, e secretari del suo amore antico fea i muti campi e quel silenzio amico. CIV Poi rimirando il campo ella dicea: – O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m’avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io possa in mezzo a l’armi. CV Raccogliete me dunque, e in voi si trove quella pietà che mi promise Amore e ch’io già vidi, prigioniera altrove, nel mansueto mio dolce signore. Né già desio di racquistar mi move co ’l favor vostro il mio regale onore; quando ciò non avenga, assai felice io mi terrò se ’n voi servir mi lice. –
Purtroppo Erminia non sa che la sua illusione sta per svanire e la ritroviamo nel canto VII in un episodio la cui peculiarità è sempre quella del travestimento. Inseguita dai cavalieri cristiani che la credono Clorinda, dopo una precipitosa fuga, giunge in una comunità di pastori in cui è amorevolmente accolta. Qui, deposta l’armatura, si veste di umili abiti pastorali e cerca di smorzare gli ardori amorosi immergendosi nella vita bucolica e dedicandosi a inconsuete attività pastorali. Nemmeno in questo frangente il suo cuore straziato trova pace, mentre pascola le pecore incide nelle cortecce degli alberi il nome amato di Tancredi in mille modi e rileggendolo versa calde lacrime. In questi gesti compiuti da Erminia, Tasso utilizza un topos letterario della lirica pastorale, ma l’antecedente prossimo cui fa riferimento è l’episodio dell’Orlando Furioso (XIX, 36), in cui Angelica e Medoro intagliano i loro nomi nelle scorze delle piante. Ci sono però delle differenze sostanziali tra i due episodi, la più evidente è senza dubbio il fatto che nei personaggi ariosteschi si parla di un amore felice, qui invece di un amore impossibile da cui scaturisce un tormento interiore, sottolineato dall’aggettivo “strani” che significa che Tancredi è straniero, pure nemico e gli sviluppi della vicenda si presentano poi alquanto contorti e inconsueti. XIX Sovente, allor che su gli estivi ardori Giacean le pecorelle all’ombra assise, Nella scorza de’ faggj e degli allori Segnò l’amato nome in mille guise: E de’ suoi strani ed infelici amori Gli aspri successi in mille piante incise: E in rileggendo poi le proprie note Rigò di belle lagrime le gote.
112