Euterpe n°34 - "Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°34 * FEBBRAIO 2022 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

“Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi" di VALTERO CURZI124 Da un punto fermo dobbiamo partire e questo avvio ce lo dà Parmenide agli albori della filosofia testimoniando nel suo poema Sulla Natura due cose fondamentali: «l'una che "è" e che non è possibile che non sia, [...] l'altra che "non è" e che è necessario che non sia [...] lo stesso è pensare ed essere». Per il filosofo di Elea «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può essere». Su questa base concettuale può guardare il tema in analisi. Non è una forzatura interpretativa perché nei casi proposti il comune denominatore è essere altro da ciò che si è, in un orizzonte di certezza che è dato dalla verità incontrovertibile che “lo stesso è pensare ed essere”; quasi duemila anni dopo Cartesio non scopriva nulla di nuovo con il suo rivoluzionario (per allora) cogito ergo sum, penso quindi sono. Ciò che muove il discorso è il desiderio, il quale non è altro che un sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale, stante in una mancanza di cosa necessaria al nostro interesse fisico o spirituale. Quindi la causa del formarsi il desiderio è prettamente il senso di mancanza, cioè privazione di qualcosa che si vuole possedere o condizione che si vuol vivere e non si ha. In questa visione, pertanto, non ha importanza la condizione in cui si è, ma è importante come ci si sta e come ci si vuole stare. Perché la condizione vissuta non è quella che si subisce, ma quella che si vuol vivere. Se si contiene la realtà, non è la realtà che contiene e modella. E se lo fa è perché si lascia che essa lo faccia. Il desiderio quindi spinge a uscire da una realtà per entrare in un’altra, sempre però nella condizione proposta da Parmenide, e cioè che «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può essere». Stiamo insomma nell’alveo assoluto dell’Essere; ciò che permette di cambiare è l’immaginazione, cioè creare altra realtà, e, o meglio, ridefinire quella vissuta su parametri diversi, fin anche opposti. Non esiste desiderio senza immaginazione, il quale desiderio però in fondo non sa che vuole determinatamente, se non volere altro di ciò che si ha; esso nasce su questa base come spinta a uscire da una determinata condizione e crearne un’altra, prima in forma vaga e indefinita, poi centrata in una condizione definita. Il passaggio finale lo pone però la Ragione, che mossa dal desiderio e cavalcando l’immaginazione definisce e poi fissa il contesto della realtà ultima determinata. Desiderio, Immaginazione e Ragione sono i tre fattori in cui l’animo umano si muove. Il desiderio però nella sua unicità di azione, cioè volere ciò che non si ha, si muove diversamente e in varie forme: evasione, vagabondaggio ed erranza; ognuna con caratteristiche proprie e connotabili. Infatti se evasione è in senso lato uscire da una condizione non accettabile, vagabondaggio è in senso attenuato, l’andare vagando per diporto in vari luoghi senza un preciso o preordinato programma, ma ciò non presuppone VALTERO CURZI (Senigallia, AN, 1957), filosofo, scrittore, poeta e critico d’arte. S’interessa d’arte per il legame che la unisce alla filosofia, nell’analisi interpretativa sul concetto nelle forme espressive, soprattutto a quelle d’arte concettuale. Per la poesia ha pubblicato le raccolte di versi Universo di Emozioni e Il tempo del vivere è mutevole; per la narrativa un romanzo epistolare: Sotto il cielo turchino di Bayan Olgii e Detti memorabili, pensieri e riflessioni dell’Omino delle foglie sulla Via del Tao mentre per la saggistica Il giovane Napoleone. 124

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